Traffico di essere umani, il 59% riguarda la prostituzione – Corriere Sociale

Adanna, invece, è partita dalla Nigeria che aveva 17 anni.

«Rimasta orfana, suo zio aveva tentato di abusare di lei, motivo per cui era scappata. Adescata dai trafficanti di corpi, era finita nel Nord Italia costretta a prostituirsi in strada. Usciva solo di notte, e tutto quello che guadagna doveva darlo alla “madame”, la sua protettrice. Oggi è maggiorenne, ha preso la licenza media e lavora nel settore della ristorazione».

A raccontare le loro storie, in occasione della Giornata internazionale contro il traffico di esseri umani sancita dall’Onu per il 30 luglio, è Irene Ciambezi, responsabile del servizio Antitratta della Comunità Papa Giovanni XXIII e autrice del libro “Non siamo in vendita. Schiave adolescenti sulla rotta libica”. Nel 2014 sono arrivate in Italia – il volume cita i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni – circa 17mila donne, tre volte tanto rispetto all’anno precedente. La maggioranza proviene dalla Nigeria: 12mila donne trafficate negli ultimi due anni secondo il ministero degli Interni. I motivi della tratta? La prostituzione (il 59% delle vittime nel mondo viene venduto a questo fine). Qualche altro dato: in Italia si stimano fra le 75.000 e le 120.000 prostitute non per scelta, di cui il 65% è in strada e il 37% è minorenne. I clienti, invece, si aggirano intorno ai 9 milioni.

Per contrastare questo fenomeno e sconfiggere il racket dello sfruttamento, una cordata di sindacati, realtà associative ed enti pubblici ha presentato una proposta di legge (la n. 3890 del 2016) che vuole scoraggiare la domanda sanzionando i clienti come fanno già alcune legislazioni europee (per esempio in Svezia e Francia) e attivato una campagna di raccolta di firme su www.questoeilmiocorpo.org.

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