Il comune di Firenze chiede al governo l’adozione del modello nordico – 25.09.2017
La risoluzione prende atto che il traffico di esseri umani è la terza industria illegale al mondo per fatturato. I dati più aggiornati mostrano la costante crescita, secondo alcune fonti è seconda solo al traffico di armi. Le vittime sono soprattutto donne e bambini, trattati come merce, utilizzati come manodopera o sfruttati sessualmente. Nel mondo il numero delle persone vittime di tratta è 21 milioni, il 49% donne e il 33% minori. Il 53% delle vittime è trafficato a scopo sessuale. L’80% di donne costrette a prostituirsi denuncia violenza fisica, il 60% stupro.
“La tratta di esseri umani e lo sfruttamento sessuale – spiega la consigliera Pd Serena Perini, presidente della Commissione Pari Opportunità – hanno come cause profonde la diseguaglianza tra uomini e donne e la povertà, aggravate dalle disparità etniche e da altre ingiustizie come i conflitti armati. Le vittime appartengono alle categorie vulnerabili, in condizioni sociali e economiche sfavorevoli. Inevitabilmente la prostituzione è sempre abusante, è sempre una forma di violenza.
Gli stati membri dell’Unione Europea hanno avuto approcci differenti sulla gestione della prostituzione e del suo mercato. Alcuni paesi, per combattere efficacemente la tratta degli esseri umani, lo sfruttamento e le ingiustizie che ne derivano, hanno adottato un sistema in cui illegale e viene punito il cliente in quanto rappresenta la domanda di un mercato aberrante. E’ il cd “Modello nordico”, adottato in Svezia dal 1999 e successivamente in Islanda, dal gennaio 2009 anche in Norvegia e da aprile 2015 in Francia. In Italia – prosegue la presidente Perini – si stima che siano tra le 75.000 e 120.000 le vittime della prostituzione. Il 65% è in strada, il 37%, è minorenne, tra i 13 e i 17 anni. Provengono da Nigeria (36%), Romania (22%), Albania (10,5%), Bulgaria (9%), Moldavia (7%), le restanti da Ucraina Cina e altri paesi dell’Est. In Italia la prostituzione è legale e non regolamentata. Gli italiani, quasi tutti adulti, che comprano sesso sulle strade sono tra i 2,5 e i 9 milioni. Proprio perché la prostituzione ha alla base la diseguaglianza di genere, aggravata da povertà, ignoranza, disparità etniche, conflitti armati, le vittime sono deboli, vulnerabili, gli anelli fragili della società, non si può certo affermare che chi va con le prostitute stia esercitando una libertà. E’ una “libertà” nei confronti di una persona che non è libera e non ha scelta: soggetti privati dei documenti, sradicati dal loro paese, non in grado di difendersi e di reagire; donne vendute, costrette con la forza o ‘esportate’ con l’inganno. Un atto che nasce da una catena di sopraffazioni non può essere un esercizio di libertà. Il cliente con la sua domanda di prestazioni sessuali a pagamento è un motore dello sfruttamento e all’offesa della dignità della donna ridotta a merce. I numeri attestano che il “modello nordico” è un sistema efficace, che ha esercitato un enorme deterrente sulla tratta ai fini di sfruttamento sessuale. In Svezia il numero di persone che si prostituiscono è diminuito del 65% in seguito all’applicazione della legge, in Norvegia del 60%. La legge ha anche modificato l’opinione pubblica in brevissimo tempo: prima era a favore della criminalizzazione del cliente il 30% della popolazione, oggi il 70%. Considerando colpevole il cliente si calcola che in Italia verrebbe liberato l’80% delle attuali schiave. Con la nostra risoluzione – conclude la presidente Serena Perini – sollecitiamo il Parlamento affinché una nuova legislazione in materia preveda: di adottare il cosiddetto “modello nordico” – vigente in Svezia, Norvegia, Islanda e Francia – che punisce la condotta di chi acquista servizi sessuali, affinché non si faccia della vita umana un mercato; di incentivare e promuovere campagne, in collaborazione con le associazioni che operano sul territorio, che aumentino la consapevolezza del ruolo che ha la società civile nel combattere la domanda, come una causa profonda della tratta di esseri umani, e il danno sociale che la prostituzione porta e invita la presidenza del Consiglio a trasmettere il presente atto ai Presidenti del Senato e della Camera dei Deputati, sollecitando l’approvazione delle proposte di legge già presentate in Parlamento che vanno in queste direzioni”. (s.spa.)