Prostituzione, da Bologna l’appello: “Una legge per punire i clienti” – Repubblica .it
BOLOGNA – Oltre 24mila firme raccolte per una legge che punisca i clienti delle prostitute. A difesa delle donne vittime della tratta e dello sfruttamento. “Vogliamo moltiplicare queste firme”, annuncia Giorgio Malaspina, voce della campagna “Questo è il mio corpo” lanciata dalla Papa Giovanni XXIII per liberare le ragazze costrette a prostituirsi. Per farlo, spiega il referente, “occorre colpire la domanda, così come avviene in paesi come la Norvegia, la Svezia, l’Islanda ed ora anche in Francia”. La campagna, rilanciata oggi in Comune a Bologna, vuole sostenere la proposta di legge, che ha come prima firmataria l’onorevole Caterina Bini, per l’introduzione di sanzioni ai clienti di prestazioni sessuali. La senatrice Francesca Puglisi (Pd) ha annunciato di aver presentato analoga proposta anche in Senato: “Per questo io e la Bini siamo state oggetto di campagne di irrisione. Ma andiamo avanti, c’è una direttiva del parlamento europeo che sostiene la necessità di colpire la domanda. La proposta di legge prevede multe da 250 a diecimila euro e sino a un anno di carcere per chi reitera il reato”. Le prostitute in Italia variano dalle 75mila alle 120mila. Un quarto sono minorenni. “La soluzione al problema non sono le case chiuse, le donne in strada o che si prostituiscono dentro le stanze non sono libere”, insiste Malaspina. “Occorre una legge che introduca la punibilità per il cliente che pagando una prostituta non solo acquista una prestazione sessuale, ma il potere di dominare una donna”.
Una veglia per Christina, morta in strada. Ci sarà anche l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi domani sera, alle 21, alla veglia che i volontari della papa Giovanni XXIII organizzano per Christina Tepuru, la prostituta romena uccisa in strada sette anni fa a Bologna. La preghiera sarà lì dove fu trovato il cropo, in via delle Serre a Borgo Panigale, in periferia. “Aveva 23 anni e una figlia di due anni quando è stata ammazzata, me la ricordo, quante volte avevo tentato di portarla via dalla strada, non si può morire di prostituzione”, ricorda Marco Bruno, dell’associazione “L’albero di Cirene” che di notte, coi suoi volontari, incontra le ragazze che stanno in strada a Bologna. Furono le amiche a fare una colletta per pagare la bara, perchè Christina potesse essere sepolta nel suo paese. “Da quel giorno ogni mese, a novembre, al ricordiamo con una preghiera”.
In dieci anni salvate 166 donne vittime di tratta. A Bologna la comunità Papa Giovanni XXIII ha liberato, da gennaio 2007 a settembre di quest’anno, 166 donne vittime di tratta e di sfruttamento sessuale. Di quest il 54% è di nazionalità nigeriana, il 34% rumena, il 12% viene da altri paesi dell’Est. La maggioranza ha tra i 19 e i 24 anni; il 35% tra i 25 e i 28 anni. “A queste vanno aggiunte numerose ragazze minorenni, tolte dalla strada attraverso il lavoro delle forze dell’ordine ed affidate alla Comunità dai servizi sociali”, spiega Daniela Ercoles della Papa Giovanni. “Il fenomeno della tratta è in espansione perchè oggi gli sfruttatori hanno trovato una via preferenziale nei flussi migratori”.Giovani donne schiave, tutte con la stessa storia: un debito da pagare che varia
dai 30mila ai 50mila euro, costrette a vendere il proprio corpo sotto minaccia di ritorsioni contro la famiglia.
“La violenza contro le ragazze di strada non è una violenza di serie B”, stigmatizza l’assessora comunale alle pari opportunità Susanna Zaccaria. “E nessuna donna – ricorda don Mario Zacchini riprendendo le parole di don Benzi – nasce prostituta, c’è sempre qualcuno che la fa diventare”.